Sono stati e sono rimasti la coppia comica per antonomasia, il duo più divertente
che il cinema abbia potuto vantare, il risultato di un forte af­fiatamento sul set che, con il trascorrere degli anni, diverrà amicizia sincera anche nella vita. Stiamo parlando, naturalmente, di Stantio e Ollio.
Noti anche come Laurel and Hardy, Stan & Oliver vengono soprannominati Crick & Crock in Italia (dove la “i” rievoca il magro e la “o” il grasso), El Gordo e El Placo (il grasso e il magro) in America Latina, Dick e Dof (il grasso e il balordo) in Germania, Helan e Halvan (bicchierone e bicchierino) in Svezia, Chondros e Highos in Grecia, Flip e Flap in Polonia, Gog e Cokke in Danimarca, Sisman e Zaifìn Turchia, Stan e Bran in Romania, Stan e Pan in Unghe­ria. E l’elenco potrebbe continuare.
L’inglese Stan Laurel e l’americano Oliver Hardy (per gli amici Ollie – da cui l’italiano Ollio – o Babe) furono tra i maggiori interpreti del cinema detto slapstick, un genere cinematografico nato con il muto, che prevede una comi­cità basata sul linguaggio del corpo, a partire dalla classica scivolata sulla buccia di banana. Le sue radici sono già nel­ la commedia dell’arte italiana, ma il suo maggiore successo si ebbe negli anni Venti in America, con Buster Keaton, Charlie Chaplin e… la nostra coppia. Ma andiamo per ordine.
Stan Arthur Jefferson nasce a Ulverston (Lanceshire, Inghilterra) il 16 giugno 1890. Entra ben presto nel mondo dello spettacolo dove il padre Arthur era già noto come scrittore di teatro, attore e impresario. Cambierà il suo nome in Stan Laurel dal momento che Stan Jefferson è di tredici lettere e quindi nella cultura anglosassone portatore di sfortuna.
Oliver Norvell Hardy nasce invece in Georgia il 18 gennaio 1892. Ultimo figlio di una famiglia che non ha mai avuto a che fare con lo spettacolo, quando decide di trovarsi un lavoro è il momento di massima diffusione del ci­nema e così il futuro Ollio decide di aprire una sala cinematografica nella sua città di Milldgville. È il 1910, lo stesso anno in cui Stan parte per l’Ame­rica con la compagnia teatrale di Fred Karno, impresario ed autore delle sue commedie teatrali come sostituto e comprimario di Charlie Chaplin. Dopo sette anni riparte per l’America con una nuova tournée e uno slancio diverso: stavolta Stan ha attraversato l’oceano Atlantico per sempre, deciso a restare in America. Siamo nel 191 7 e le loro stra­ de sono vicine alla congiunzione, anche perché Oliver ha fatto un passo molto serio decidendo di diventare attore. Ini­zia con il genere western, ma è evidente che la sua strada è la comicità e, già nel 1915, interpreta il primo film comico da protagonista (L’aiutante attacchino). Viene assunto dalla casa di produzione Vitagraph, in California, dove incontra per la prima volta Stan, in una collaborazione al film Lucky Dog (Cane fortu­nato) di cui Laurel è protagonista. Ma è solo nel 1926 – dopo che Stan ha realiz­zato già una sessantina di fìlms diven­tando una stella del cinema comico – che avviene il nuovo incontro: Hal Roach, produttore cinematografico, affida a Stan la regia del film Love’em and Weep (Amale e piangi) dove è stato ingaggiato per la parte comica Oliver Hardy. Ma Oliver si ustiona un braccio mentre cucina per gli amici e per non rallentare le riprese la sua parte viene sdoppiata per dare modo a Stan di so­stituirlo nei primi giorni. Per caso, quindi, o per destino, i due si trovano di nuovo a lavorare insieme. E nel 1927 nasce il sodalizio che li porterà a creare la coppia comica più affiatata del cine­ ma: il primo film insieme è Zuppa d’anatra, ma il primo vero corto della coppia è Metti i pantaloni a Philip. Il successo è immediato. Nello stesso 1927 i due realizzano ben 12 films e fino al 1940 ne producono 89 per gli Hal Roach’s Studios: 30 cortometraggi muti, 43 cortometraggi e 16 lungometraggi sonori, moltiplicando una serie di spunti che ricorrono sviluppandosi in maniera sempre più esilarante, come la prigione, i travestimenti, le comiche a letto, le situazioni con le mogli, eccetera.
I loro personaggi ingenui, generosi, sempre a caccia di guai, fanno divertire tutte le generazioni con le varie situazioni che vedono il grande eppure elegantissimo Ollio, la “mente”, seriamente impegnato in qualche lavoro o affare, vittima delle donne e delle tremende calamità che il magrissimo “combina­ guai” Stanlio gli fa piovere addosso, mandandolo su tutte le furie. Ma poi è Ollio a trarne vantaggio e il pubblico a trarne divertimento. La realtà è esattamente l’opposto: Stan è la mente della coppia, l’ideatore dei dialoghi e delle situazioni che interpretano sul set, quello che appena finisce di lavorare non fa che studiare nuove battute. Per Oliver invece, il lavoro è una componente marginale. Appena può si dedica alla bella vita, ai cavalli, al golf. Le sue molte passioni lo distraggo­no, o per meglio dire lo assorbono al punto da affidare tutto il resto a Stan.
Dal canto suo Stan ha un’unica altra passione oltre al lavoro: le mogli. Ne ebbe cinque con ben otto matrimoni. Spese in mantenimenti e divor­zi molto più che nella celebrazione delle varie unioni.
La coppia comica cinematografica più famosa passò con maestria dal muto al sonoro. Nei primi anni, anzi, quando ancora non era stato inventato il doppiaggio, Hal Roach escogitò un espediente per non perdere il mercato europeo: faceva girare le sequenze cinque volte in cinque lingue diverse (inglese, spagnolo, francese, tedesco e italiano). Gli attori secondari venivano sostituiti, mentre Stan e Ollie leggevano sul “gobbo” le battute in lingue a loro del tutto sconosciute e quindi con un effetto naturalmente ma non volutamente comico: da lì nasce lo stupìdo, l’automobìle e via discorrendo. Ma il pubblico italiano si affeziona talmente a questi “errori” che quando arrivano i doppiatori vengono mantenuti. Saranno diverse le coppie che si cimenteranno con le voci di Laurel & Hardy nel nostro Paese finché – nel 1935 – due quindicenni danno loro quelle che tutti noi conosciamo: Alberto Sordi e Mauro Zambuto. Sordi trasforma la voce di Ollie da tenore a basso, mentre Zambuto dona a Stan una vocettina di testa che diventa quasi falsetto nel grido e nel pianto, esasperando e non capovolgendo quella reale. Il successo del loro modo di interpretare i due attori comunque sarà notevole anche al di fuori dell’Italia.
Tra le comiche più celebri della coppia ricordiamo: Andiamo a lavorare, Anniversario di nozze, Il circo è fallito, I monelli, Il fantasma stregato, Fratelli di sangue, Il regalo di nozze, Vita in campagna. I lungometraggi più celebri sono invece Muraglie del 1931, Il compagno B del 1932, Fra Diavolo del 1933, I Figli del Deserto del 1934, Allegri eroi del 1965, Allegri Gemelli del 1936, I Fanciulli del West del 1937, Avventura a Val­lechiara del 1938, I Diavoli volanti del 1939, Noi siamo le colonne del 1940, per segnalare almeno un film mito per ciascuno degli anni d’oro della coppia. Il periodo termina, appunto, nel 1940, quando si interrompe il rapporto con gli Studi Roach.
I fìlms successivi saranno prodotti direttamente prima dalla Mgm e poi dalla 20th Century Fox, ma la mancanza di sceneggiatori e registi amici impedisce di mantenere al meglio i personaggi e il successo in America inizia a calare. Stan e Ollie partono allora per l’Europa: le tournée in Francia, Spagna, Italia, Germania e Danimarca hanno un successo strepitoso. Nel vecchio continente la loro fama è sempre al massimo. Nel 1951, ancora in Europa, girano il loro ultimo film Atollo K, una coproduzione italo-francese che uscirà in America nel 1954 con il titolo Utopia e dei tagli più che notevoli. Nel 1955, il figlio di Hal Roach propone alla coppia una serie di comiche per la Tv a colori, Le fiabe di Laurei & Hardy. I comici accettano con entusiasmo la proposta, ma nel settembre del 1955, Ollie ha un infarto, seguito da un ictus. Perde 70 chili, viene colpito da un nuovo ictus nel luglio del 1957, rimanendo parzialmente paralizzato.
Il 7 agosto del 1957 muore, a soli 65 anni. Stan che ha vissuto gli ultimi anni sempre al capezzale dell’amico è distrutto, ma non partecipa al funerale. «Babe avrebbe capito», dice. Non c’è più una coppia, sebbene proprio adesso arrivi la maggior gratificazione: l’Oscar alla carriera che Laurel riceve nel 1960, seguito da un inaspettato successo presso le nuove generazioni che porta Stan a contribuire alla stesura dello Statuto dell’associazione internazionale che a tutt’oggi promuove il loro lavoro con sedi (chiamate Tende) in ogni Paese: i Figli del de­serto.
L’articolo 13 recita: «Spero che il motto sia blu e grigio e che mostri due bombette con queste parole in evidenza: “due teste senza cervello”.
Laurel infatti muore il 23 febbraio 1965, a 74 anni, a Santa Monica, non prima di aver dimostrato anche nella sofferenza la sua genialità comica. L’ultima gag, perfetta come sempre è con l’infermiera che lo assiste, a cui dice:
«Mi piacerebbe tanto essere a sciare in questo momento … ».
L’infermiera gli chiede: «Le piace molto sciare Signor Laurel?».
E lui: «No, lo detesto, ma è sempre meglio che stare qui».

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