Ha recitato in due film della coppia: in Sailors Beware (1927) e in Hollywood Party (1934), dove litigherà con Stanlio e Ollio rompendo uova.
Nome d’arte di María Guadalupe Villalobos Vélez, nata a San Luis Potosí il 18 luglio 1908, è stata un’attrice e ballerina messicana.
Figlia di una cantante d’opera, nel 1921 venne mandata dalla madre a studiare in un collegio di monache a San Antonio, da dove uscì per poter aiutare economicamente la madre lavorando come commessa in un negozio.
Grazie a Hal Roach (scopritore di Oliver Hardy e Stan Laurel), iniziò la sua carriera di attrice negli anni venti, debuttando in un cortometraggio muto con Laurel e Hardy nel 1927, “Sailor’s Beware”. Nel 1928 vinse l’edizione di quell’anno del premio WAMPAS Baby Stars. Recitò dei ruoli drammatici per cinque anni, per passare poi alle commedie. Nel 1933 è la protagonista di “Hot Pepper”, che rivela l’enorme talento di attrice brillante e che mette in risalto la sua impetuosa femminilità. La vera popolarità la ottenne nella serie di film intitolata “The Mexican Spitfire”, nei quali interpreta la capricciosa e focosa Carmelita Lindsay. Nelle intenzioni della RKO doveva essere uno dei tanti “B” movie prodotti in quel periodo, ma inaspettatamente diventò un grande successo, dando vita alla serie di film. Nella sua carriera, fino al 1944, le sono accreditati 45 film.
Si sposò una sola volta, con l’attore Johnny Weissmuller, uno dei suoi tanti amori, ma il matrimonio finisce dopo cinque anni a causa dell’aggressività dell’attrice. Un altro dei suoi amori più famosi è Gary Cooper, che incontra sul set del film “The Wolf Song” del 1929. Anche lui la lascia perché stanco del suo carattere impulsivo ed irritabile. La tormentata storia con Harold Raymond, il quale non si sente di riconoscere il figlio che Lupe sta aspettando, la spinge al suicidio.
Il 13 dicembre 1944 l’attrice invita le sue migliori amiche, Estelle Taylor e Benita Oakie, a dividere quella che sarà la sua “ultima cena”. Dopo il festino alla messicana, mentre girano fumo e alcool, Lupe si ritrova sola nella sua grande villa alle tre del mattino, per l’ultima volta sale lo scalone dalla balaustra di ferro battuto, elegantissima nell’abito da sera di lamé d’argento. Nella sua camera ci sono fiori e candele dappertutto, tutto risplende in attesa della Diva. Lupe scrive un biglietto d’addio che lascia sul comodino, apre il flaconcino del Seconal, prende un bicchiere d’acqua e ingerisce settantacinque pasticche di sonnifero. La sua idea è di sdraiarsi sul letto contornata dai fiori e farsi ritrovare così il giorno dopo.
La realtà è ben diversa. Lupe si sente male, va in bagno per vomitare. Viene trovata il mattino dopo dalla cameriera, con la testa incastrata nella tazza del water, annegata.
La sua immagine disegnata era sulla copertina del primo numero de La Settimana Enigmistica, uscita il 23 gennaio 1932.
Fonte: https://mistergiuseppe.wordpress.com/2016/07/18/lupe-velez/
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