BIG BUSINESS (20 aprile 1929, regia di James W. Horne)
Stan e Oliver vendono alberi di natale di casa in casa. Ricevono continui rifiuti, finché giungono
nella residenza di James Finlayson. Incassano un altro diniego, ma prima l’albero (più volte) e poi
la giacca di Stan restano impigliate alla porta. Costretti a suonare più volte il campanello,
innervosiscono sempre di più il proprietario. Mentre stanno per andarsene, Stan ha un’idea.
Proporre a Fin un’ordinazione per l’anno venturo. Scocciato, Fin rientra in casa, prende delle
cesoie e spezza l’albero. Di risposta, la coppia demolisce il numero civico del villino.
Gradualmente, il battibecco si trasforma in guerra aperta. A ogni affronto di una parte, risponde
l’oltraggio dell’altra. Questa “guerra” diventa sempre più esacerbata, portando alla quasi
completa distruzione della casa di Fin e alla totale demolizione dell’automobile e gli alberi di
natale di Stan e Oliver, sotto gli occhi di passanti e curiosi. Un poliziotto (Stanley Sandford)
osserva la scena senza intervenire, limitandosi ad appuntare su un taccuino tutti i danni a cui
assiste. Quando si presenta sulla scena per chiedere spiegazioni ai belligeranti, alla fatidica
domanda su chi “ha cominciato”, i tre cercano di negare le proprie colpe e scoppiano in lacrime.
Anche il poliziotto e i curiosi si commuovono. Stan porge un sigaro a Fin, agurando buon natale.
Il poliziotto, ancora emozionato, sta per rimettere in moto la sua auto quando nota Stan e Oliver
allontanarsi il fazzoletto dalla faccia e scoppiare a ridere. Il sigaro offerto a Fin si rivela esplosivo
e gli scoppia in viso mentre prova a fumarlo. Questo film venne girato durante la settimana di
natale 1928 e uscì nell’aprile dell’anno dopo. Ambientato totalmente in esterni, potè contare sul
tipico sole californiano di fine dicembre. Fu l’ultimo film di Laurel e Hardy con Leo McCarey
supervisore. Dal gennaio 1929 il regista era già sotto contratto per la Pathé a girare
lungometraggi. BIG BUSINESS è, insieme a TWO TARS, un capolavoro sul genere della
“distruzione reciproca” tanto caro a Laurel e Hardy. Meno anarchico dell’altro film, risulta
tuttavia più equilibrato e concentrato, per via della battaglia “a due” (Laurel e Hardy agiscono in
coppia, come una persona sola). Anche il finale del film è più ironico, riuscito e provocante.
Questi due film, presi come una diversa variazione dello stesso tema, possono essere considerati
come il meglio della produzione muta della coppia. La fortuna di Laurel e Hardy fu quella di
capitare nel posto giusto, al momento giusto, nello studio in grado di valorizzare i talenti sopiti
(nel caso di Laurel) o non del tutto sfruttati (nel caso di Hardy). Come già accennato, l’ispirazione
di costruire queste commedie sul meccanismo della distruzione reciproca venne a Leo McCarey
qualche anno prima, durante un party a cui erano presenti, tra gli altri, Mabel Normand, Hal
Roach e lo stesso Charley Chase. McCarey non sapeva annodare la sua cravatta e, per dispetto,
la Normand convinse tutti gli altri ospiti a non aiutarlo. Dopo aver chiesto aiuto ad altre persone,
McCarey riuscì a presentarsi con la cravatta apposto. Per scherzare, Mabel gliela slacciò al punto
di partenza. A quel punto McCarey slacciò quella di Hal Roach e tutti i presenti seguirono
l’esempio di snodare la cravatta al loro vicino. Poco dopo la divertente provocazione sfociò in
un taglio reciproco di giacche e colletti della camicia. Questo aneddoto viene riferito da Peter
Bogdanovich nel suo libro Who the Devil Made it, nella sua intervista a Leo McCarey. Come
abbiamo visto, la maggior parte delle commedie mute di Laurel e Hardy vennero realizzate
seguendo questa formula. In BIG BUSINESS e TWO TARS questo viene utilizzato partendo dal
presupposto dell’antagonismo e dall’aggressività tra le parti. In altri film seguendo la regola
dell’occhio per occhio o per coinvolgimento reciproco e istinto imitativo. Tante diversificazioni
dello stesso ingrediente, uno dei più indovinati della storia del cinema comico americano.