THAT’S MY WIFE (23 marzo 1929, regia di Lloyd French)

La moglie di Oliver (Vivien Oakland) decide di abbandonare il tetto coniugale a causa della
prolungata presenza di Stan nella loro casa. Proprio quel giorno si presenta un anziano e ricco
zio (William Courtright), che prima di lasciare la sua eredità a Oliver vuole accertarsi sia
felicemente sposato. Stan è costretto a vestirsi da donna e lasciarsi passare per la moglie di
Oliver. Lo zio, già in parte sconcertato dall’apparenza della “donna”, invita la coppia a cena fuori.
Nel locale, Stan viene importunato da un ubriaco (Jimmy Aubrey) e Oliver, su richiesta di suo zio,
fa sentire il suo ruolo di marito mettendo una zuppa “per cappello” al disturbatore. Intanto, il
furto di una collana da parte di uno dei camerieri (Harry Bernard) fa scattare la sicurezza e tutti i
clienti devono essere perquisiti. Per liberarsi del gioiello, il disonesto cameriere lo lascia cadere
dentro la schiena di Stan, che cerca in tutti i modi di liberarsene. Oliver prova di aiutarlo, ma i
tentativi sortiscono solo l’effetto di portarli in situazioni imbarazzanti davanti allo zio e agli altri
clienti del ristorante. Ballando, Stan e Oliver riescono a fare cadere la collana ma, non
accorgendosene, continuano a dare spettacolo. Esasperato, lo zio decide di diseredare Oliver, il
quale riceve anche la vendetta dell’ubriacone, che lo aspetta fuori dal locale per restituirgli una
zuppa sulla testa, ordinata apposta qualche scena prima. Il soggetto di THAT’S MY WIFE fu opera
della mente brillante di Leo McCarey, già regista dei tre film precedenti e supervisore nonché
mentore della coppia. Il regista accreditato risulta essere Lloyd French, anche se il diario di
lavorazione ci informa che sul set a dirigere fu in realtà Hal Yates, con French come assistente.
THAT’S MY WIFE rappresenta uno degli innumerevoli travestimenti femminili della carriera di
Stan Laurel. Chiarisce anche molto bene la natura del rapporto che ha con Oliver Hardy,
morbosa e accolta con fastidio dalle sue eventuali mogli poiché troppo esclusiva. I modi selvaggi
di Stan (“che mangia l’uva a letto”) male si accordano con le esigenze femminili, pronte a
percepire il personaggio come una minaccia alla durata e salvaguardia del loro matrimonio.
L’ambiguità del rapporto tra i due è evidente, anche se non potrà mai essere intesa in modo
velatamente omosessuale, a causa della marcata innocenza dei loro personaggi. Il longevo
Jimmy Aubrey (1889-1983), era già stato collega di Laurel ai tempi di Karno, in teatro, e in quelli
di Joe Rock, nel cinema, nonché comico principale in una serie Vitagraph alla quale Oliver Hardy
aveva partecipato come “spalla” una decina di anni prima. Il suo ruolo in THAT’S MY WIFE è il più
importante con la coppia, dopo la breve apparizione in THEIR PURPLE MOMENT. La sua
padronanza espressiva, unitamente all’abilità con cui interpreta l’ubriaco, “tradiscono” il suo
background in modo estremamente suggestivo. Il film è uno dei più variopinti e ironici,
temerario e grottesco quanto basta per considerarlo un must-to-see per ogni fan di Laurel e
Hardy.

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