Dopo la spassosissima gag comedy HOT WATER (1924), incentrata sui problemi tra Harold e una suocera insopportabile, Lloyd realizza quello che all”epoca veniva considerata la sua opera più riuscita, THE FRESHMAN (1925). La storia è quella di uno studente di college vessato da tutti che alla fine può godere di una meritata rivalsa. La partita di football è il pezzo forte del film, ancora oggi straordinariamente divertente. Le risate contagiose che può portare l”ultima parte di THE FRESHMAN se visto in una sala gremita sono probabilmente ineguagliabili da nessun altro film muto. Anche in questo caso Lloyd si trova ad essere involontariamente un apripista. Da questo momento in poi infatti fioccheranno i film sulle università americane che ancora oggi sono ritenuti una sorta di cliché di genere. Se alcune scene di THE FRESHMAN possono risultare all”occhio di uno spettatore moderno eccessivamente melodrammatiche o datate, non va dimenticato il contesto in cui viene realizzato il film, nel pieno dei ruggenti e spensierati anni ”20, di cui rimane fedele e sentito testimone. L”anno dopo è la volta di FOR HEAVEN”S SAKE (”26), gag comedy che vede un Harold milionario innamorarsi di una missionaria e redimere tutto il quartiere. Ma forse le energie della sua troupe erano già rivolte al soggetto di THE KID BROTHER (”27), il film che Harold Lloyd stesso considerava come suo migliore. Harold Hickory è il figlio minore di uno stimato sceriffo del luogo. Sottovalutato dal padre e dagli stessi fratelli, grazie anche al supporto morale di una sfortunata ragazza (Jobyna Ralston) riesce e risolvere eroicamente una rovinosa rapina che mette a rischio il buon nome della sua famiglia e la vita di suo padre. Perfetto nelle gag, nei tempi comici, nelle scenografie, coinvolgente e commovente, THE KID BROTHER brilla di rilucente e cristallina perfezione cinematografica dalla prima all”ultima sequenza. E” insieme un film drammatico, una commedia e un film d”avventura. Riesce ad essere romantico senza mai cadere o solo sfiorare il sentimentalismo. E” originale, poetico, imprevedibile. Negli ultimi anni della sua vita Harold Lloyd lo sceglieva come prediletto per ogni festival, rassegna o retrospettiva a cui era invitato e anche nelle università che visitava. L”ultimo film muto di Lloyd, SPEEDY (1928), viene ambientato e girato a New York ed oggi rimane un preziosissimo documento d”epoca per via delle eccezionali location. Viene filmata persino la metropolitana com”era davvero in quel periodo, con le riprese effettuate di notte per lavorare con maggiore tranquillità.
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